Riprendo, ora che ho un po’ di tempo, o una discussione assai feconda della settimana scorsa sviluppatasi lungo il delicato argomento che si dipana tra diritto alla privacy, proprietà del contenuto intellettuale e condivisione del sapere.
Come prima cosa vi dico che potete trovare il punto da cui la discussione è partita seguendo i post di Federico, di Antonio, Gaspar e Massimo.
Ora vediamo di fare proseguire ancora un poco la discussione.
Non credo che l’idea di spostare in una pagina altra il blogroll sia buona. Senza dubbio questa soluzione potrà permetterci una migliore indicizzazione secondo gli algoritmi di Google, ma crea una doppia e pericolosa distorsione. In primo luogo vorrei ricordare come Google non sia un ente divino capace di gestire al meglio l’informazione prodotta, ma bensì un tipo di indicizzazione costruita a posteriori e che verte su una metodologia di organizzazione tra le tante. Cercare di indicizzare al meglio per questo motore di ricerca può portare sì a buoni risultati, ma al contempo potrebbe anche provocare una perdita di conoscenza.
Secondariamente vorrei sostenere l’utilità de blogroll in quanto strumento che dichiara la nostra fiducia nei confronti di un altro scrivente in rete. In base a  questo assunto noi lasciamo un link in home page in quanto riteniamo che normalmente quanto pubblicato da X sia degno di riflessione e manifestiamo il nostro costante interesse linkando di tanto in tanto dei suoi contenuti specifici. Giunto a questo punto il blogger si trova di fronte a due strade consistenti nell’avere un blogroll ridotto per dare maggiore risalto ai pochi link contenuti oppure a produrne uno ampio in caso voglia citare molte più fonti. Se nel primo caso la scelta è personale e non desta problematiche degne di nota, nel secondo invece ci troviamo di fronte ad una massa illeggibile di link che spaventa il lettore e fa perdere agli stessi gran parte del loro valore originario. Come risolvere il problema?

Federico propone un blogroll basato su un criterio casuale, solo cinque link appariranno in maniera del tutto casuale sulla home page, lasciando gli altri nascosti nei meandri del digitale. Tuttavia questa soluzione riduce le esternalità positive che si potrebbero avere con un numero di link maggiore. Personalmente ripropongo una soluzione che avevo lanciato questa estate, ma mi rivolgo a tutti voi per poterla mettere in pratica. La proposta infatti era quella di un blogroll semantico coniugato con le categorie in cui dividiamo i post e, perché no, con i contenuti spetti dei post.
Si potrebbe infatti produrre un blogroll in una pagina secondaria già diviso in categorie prederminate, all’interno delle quali noi sistemiamo i link che vogliamo rendere noti ai lettori. Essi appariranno solamente quando il post sarà inserito all’interno di quella determinata caratteristica. In maniera più elaborata potremmo anche proporre di utilizzare post analoghi per affinare i criteri di presentazione, scegliendo all’inizio quali blog vogliamo linkare per il contenuto appena pubblicato e poi automatizzando la scelta per eventuali e futuri post similari.
Questa credo potrebbe essere una scelta migliore.

Vorrei anche parlare un po’ di quanto sostenuto, sempre da Federico, nel post riguardante il BzaarCamp, ma prima vorrei leggere qualcosa di Putnam e quindi rimando il tutto ad un tempo più propizio.

Segnalo inoltre che sono interessato a sviluppare il discorso di Antonio sull’analisi comparata tra un contenuto pubblicato in rete e su un media tradizionale per una lezione che potrei forse tenere la primavera prossima presso l’università di Modena. Vorrei che la preparazione del tutto fosse il più possibile collettivo e non mi dispiacerebbe che anche la lezione seminariale fosse alternativa rispetto al classico rapporto tra insegnante e alunni. Si tratta allora di cercare una soluzione per rendere anche la spiegazione teorica il più possibile collettiva. Se qualcuno avesse idee, queste sono le benvenute. Ulteriori notizie a breve quando contatterò gli interessati principali di persona e inviterò tutti al dialogo preparatorio.

4 thoughts on “Il Blogroll di domani”

  1. Infatti non propongo di lasciare immensi e inutili blogroll in home page, quanto piuttosto di legare il blogroll ai contenuti.

    Credo non sarebbe troppo difficile legarlo ad esempio alle categorie in cui dividiamo i post, oppure alle tag che inseriamo.

    Ovvio che se parlo di nuovi media e ritengo il blog di Caio interessante lo presenterò nei post inseriti nella categoria suddetta o nel caso in cui le tag si riferiscano ad esse. Tutto questo in maniera da non avere più di una decina di link alla volta.

    Così facendo daremmo anche una mano al pagerank di google oltre a considerare che non dovrebbe essere troppo difficile aggiungere il tutto ad un plugin per tag già esistente.

    Forse sarebbe una soluzione ancora più conveniente di quella che hai proposto sul tuo blog, non saprei…

  2. Ma a questo punto lo stesso – bassissimo – interesse l’avrebbe anche il blogroll in homepage nel momento in cui i link fossero più di dodici.
    Non giriamoci intorno:
    o linko 10-12 persone e allora devo lasciare fuori gente che merita, o ne linko 100 ed è come se non ne avessi linkato nessuna.
    La soluzione che sto cercando prova a mediare tra le due cose.
    SENZA pensare al pagerank di Google.

  3. La distanza di un click all’interno del digitale può essere minima o enorme proprio perchè il concetto di spazio non esiste.

    Se devo stabilire quanto passa, in termini di importanza, tra l’home page e una pagina contenente esclusivamente link direi che per l’utente medio è come passare da un’esposione di farfalle ad una giungla intera in cui mettersi a dar loro la caccia liberamente.

    Una pagina priva di contenuti che non siano link direi che è per pochi eletti, la maggioranza non vi si avvicinerà normalmente e quindi è una soluzione che non riesce a convincermi troppo

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