Oggi sulla prima pagine di ogni quotidiano del mondo sembra ci sia spazio solo per una notizia.

Oggi tutte le ricerche computate sui vari motori vedono le stesse identiche parole protagoniste.

Oggi tutti sembrano intenti a cercare lo stesso video.

Perché evidentemente guardare qualcuno che muore fa effetto. Soprattutto se prima a questo povero disgraziato erano state aperte le porte del potere, del denaro e dell’onore. E ora tutti a guardarlo. Attrazione prima e attrazione ora. Poco cambia che sia riempito di soldi, di armi o che stia semplicemente penzolando da un patibolo.

Non riesco ad apprezzare questa mediatizzazione della morte. Questa ondata di commozione, rammarico, foga costretta in qualche giorno attorno alla morte del personaggio importante di turno. Che si tratti di un Papa, che si tratti di una principessa, che si tratti di un ex capo di governo.

Non vorrei ritrovarmi a dire che ci troviamo di fronte ad un’involuzione dal lato della civiltà, ma questa sorta di feticismo per un rimosso come la morte che, anch’essa, deve essere parte del divenire della vita, di quello che ci succede proprio non riesco ad accettarla. Anche il termine ultimo del tempo umano ora sembra dover essere inserito nella rincorsa sempre più senza scopo di quelli che restano. E deve divenire un video di qualche minuto da mostrare agli amici, da andare a scovare su internet, da vedere assolutamente prima che inizi l’anno nuovo.

Bello dopo tanto parlare di controllo dei contenuti. Mi raccomando, il bullismo non sta bene, ma i morti possono sempre starci, tanto quelli non si lamentano più.

Bello poter vedere che la democrazia che si starebbe portando in giro per il mondo ora potrà avere un bel volto come nuovo testimonial.

Bello. Complimenti. E poi tutti fuori mi raccomando, cenone e fuochi d’artificio. Tanto domani è un anno nuovo e quello vecchio lo buttiamo.

E tutto sarà di nuovo fresco e smagliante.

C’è anche, fortunatamente, chi non condivide, e recupera un po’ di quel sentimento che stiamo perdendo. L’indignazione. Ma l’opposizione non puo che farsi col silenzio e il dissenso. Opponendosi al rumore che circonda. Per ridare forza ai pensieri, e alle parole.

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