Il sempre bravo Alessandro Gilioli pubblica, ai danni della pazienza altrui purtroppo, l’anticipazione di un articolo di Marco Lillo che uscirà domani su L’Espresso.

Da un po’ si ama bersagliare il mastellone nazionale. Il Clemente guardasigilli.

Troppo? Chi lo sa, ma di certo questi non fa nulla per sembrare un po’ meno inaccettabile a scorrere i dati pubblicati che vi riporto qui.

Il giornale ufficiale dell’Udeur, Il campanile, riceve 1.153.000 euro di finanziamento pubblico all’anno.  Vende circa 5.000 copie a quanto riporta Gilioli.

Beh, una parte di questi li ha spesi cosi:

* 40 mila euro versati a Clemente Mastella stesso per collaborazioni giornalistiche.

* 14 mila euro per l’acquisto di torroncini di Benevento spediti dai coniugi Mastella agli amici.

* 12 mila euro versati allo studio di Pellegrino Mastella, figlio di Clemente.

* 98 mila euro per viaggi e trasferte di Sandra Mastella (moglie), Pellegrino Mastella (figlio), Alessia Mastella (nuora) ed Elio Mastella (figlio).

* 1.150 euro per regali acquistati al centro commerciale Cis di Nola da Sandra Mastella.

* 4.000 euro per la benzina del Porsche Cayenne di Pellegrino Mastella.

* 36.000 euro per un contratto con la società Acros, di cui è socio al 50 per cento Pellegrino Mastella.

E così via: fino all’assunzione come giornalisti al Campanile di Pellegrino e Alessia Mastella, e altro ancora.

Ora, se anche questo fosse confermato come vero, io non vorrei solamente le dimissioni (quelle le chiedo dal momento in cui è divenuto ministro) di un personaggio che fatico a  sopportare per il suo vittimismo, per il clientelismo che rappresenta, per il cumulo delle cariche (sindaco, senatore, ministro e chissà  che altro), per un evidente uso personale dei fondi pubblici che ha a disposizione visto il suo ruolo (occorre ricordare il matrimonio del figlio forse? O altro ancora?), ma vorrei una pena esemplare e il perpetuo (se possibile farei per di più…) allontanamento da qualsiasi incarico pubblico per evidenti motivi di incompatibilità.

Da qualche parte occorre pur farsi. Meglio cominciare a ripulire dalla Giustizia stessa e poi proseguire oltre.

Continuo a non capire come si faccia in Italia a non reagire con violenza, anzi, a non reagire proprio di fronte a situazioni come questa. O forse si, capisco. Da quando abito oltre il confine capisco molto meglio. Senza il clima di illegalità diffusa che troppi vedono ovunque dalla nascita tutto questo non sarebbe accettabile

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