Recupero ora un post di Maurizio Goetz del 25 luglio scorso, all’interno del quale si sofferma a identificare le tipologie eventuali cui corrisponderebbero gli utenti della rete. Goetz propone tre tipologie differenti:

  1. searcher alla ricerca di informazioni o di servizi
  2. surfer che gironzolano in rete senza una precisa meta
  3. player che vogliono essere intrattenuti

Ovviamente le tipologie non sono fisse e cambierebbero all’interno dello stesso utente col passare del tempo.

Goetz riporta anche una classificazione simile fatta da David Armano che parla in termini di:

  1. Navigator – obiettivo: arrivare in fretta alla destinazione (il risultato)
  2. Engaged partecipant- obiettivo: trascorrere bene il tempo (l’esperienza)
  3. Explorer- obiettivo: scoprire nuovi luoghi (il viaggio)

Nemmeno il tempo di finire il post e mi salta in mente che io queste cose le ho già lette e sono vecchie di anni. Incomplete per giunta. Non arrivano dalla rete, ma sono facilmente applicabili anche qui.

Parlo infatti della classificazione degli utenti del métro parigino fatta da Jean Marie Floch all’interno di “Semiotica, marketing e comunicazione” pubblicato nel 1992. Personalmente ritengo che le categorie identificate da Floch intorno al quadrato semiotico siano applicabili facilmente anche oltre la linea di validità dei biglietti e oggi ancora di più dopo che le recenti ricerche semiotiche hanno cominciato a mostrare chiaramente l’equivalenza tra spazi reali e virtuali. Tra interfacce grafiche e percorsi reali.

Le tipologie presentate da Floch erano dunque:

  1. Professionisti (utenti che valorizzano le non-discontinuità e costruiscono “sequenze”. Cercano di arrivare in un luogo ben definito col minor sforzo possibile. Temporale e materiale).
  2. Bighelloni (utenti che valorizzano le non-continuità e costruiscono “passeggiate”. Vuole essere stupito e sorpreso, cerca situazioni inattese).
  3. Esploratori (utenti che valorizzano le discontinuità e costruiscono dei “percorsi”. Il loro obiettivo è quello di scoprire nuovi luoghi, i quotidiani tragitti in rete sono variazioni continue, giochi di senso).
  4. Sonnambuli (utenti che valorizzano le continuità e costruiscono “traiettorie”. Per loro la navigazione in rete è un percorso neutro, essa è utilizzata per avere un fondale neutro sul quale innestare altre pratiche significanti come avere una conversazione in chat o simili).

Come possiamo facilmente notare i primi tre corrispondono esattamente alle categorie già proposte, il quarto ancora non sembra essere stato identificato, ma credo che non sarebbe difficile trovarlo. Per tutti gli eventuali chiarimenti sono disponibile, per chi fosse interessato rimando invece al saggio originale di Floch, pubblicato in Italia dalla milanese FrancoAngeli.

One thought on “Quando la semiotica arriva in anticipo”

  1. Grazie per avermi citato. Sono d’accordo con il commento in questo post. Le classificazioni degli utenti della rete non sono assolutamente nuove, ne scrivevo gi dieci anni fa, riprendendo diversi studi. il mio post era solo un richiamo alla differenziazione delle esperienze nei vari siti in funzione degli stili di navigazione. La progettazione dei contenuti dei siti mi sembra ferma a oltre dieci anni fa.

    Cordiali saluti
    Maurizio Goetz

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