Ieri è partita una divertentissima discussione tra sordi dedicata alla spinosa questione delle classifiche dei blog. Si parla, guardacaso, di affidabilità delle fonti (i blog stessi), di definizione di blog e ci si rintuzza tra gelosie varie e quant’altro alla ricerca di un po’ di sana autostima.

Tutto questo come se non se ne fosse mai parlato. Se ne parla attualmente su: Deeario, Full(o)blog, Qix.it e BlogGoverno

La cosa mi fa sorridere dopo la lunga discussione che si è avuta in rete sul tema e che mi aveva portato alla pubblicazione di un documento sul tema. Credo che qualche punto debba essere chiarito.

Ripropongo in primis una netta differenziazione tra i termini Affidabilità, Influenza e Visibilità come proponevo nella ricerca, ritenendoli fondamentali per poter affrontare il discorso.

In secondo luogo ritengo che sia di un’importanza non secondaria cercare di definire cosa sia un weblog, riprendendo quanto detto da Mantellini partiamo dalla definizione seguente:

1 i permalink

2 l’ordine cronologico dei post

3 un aggiornamento frequente

4 i feed RSS

5 la presenza di un archivio

Bastano questi punti per definire un blog? Secondo me no. Per avere un weblog manca un fattore fondamentale necessario a creare l’identità del blog come media. Manca l’uso sociale. Avremo un weblog solamente quando una piattaforma tecnologica dotata delle caratteristiche sopraelencate sia utilizzata per un uso socialmente riconosciuto come blog. Quindi la definizione non può esulare da un commento soggettivo, umano, sociale, se la pagina html con le caratteristiche di cui sopra viene usata per “conversare” con la rete in maniera paritaria, solo allora abbiamo un blog.

Come terzo punto mi domando a cosa serva parlare di classifiche. Classifiche di cosa innanzitutto? Varrebbe la pena se le classifiche fossero dedicate a qualcosa di particolare, varrebbe la pena se le classifiche includessero tutti i blog presenti in rete, altrimenti creare una classifica, così per fare, davvero non potrebbe avere altro scopo che aumentare l’autostima di chi si vede o di chi sa portarsi (con mezzi più o meno leciti) al comando della stessa e forse, diciamolo, potrebbe servire anche per portare traffico e pubblicità a chi ha creato il sito in cui essa è presentata.

Non siamo di fronte a nessuna novità della rete, si parla semplicemente della più vecchia vanità personale. In passato proponevo due punti base da cui partire per una discussione di questo tipo e a tutt’ora nessuno è ancora riuscito a farmi cambiare idea. Le classifiche tradizionali non funzionano e non funzioneranno al di là dell’algoritmo che sarà utilizzato. Questo perché esse dovrebbero fare una distinzione di termini.

Creiamo una classifica tripla:

1. La prima parte dedicata all’affidabilità del blog. Qui cercheremo di fare una classifica capace di mostrare quanto le notizie pubblicate dai singoli blog siano degne di fiducia in base a quanto pubblicato in passato. Il processo si baserà su due punti principali, l’intertestualità e il tempo. Inseriremo nel calcolo del numero dei link un fattore temporale ristretto in maniera che solo i link ripetuti nell’unità di tempo abbiano valore e che il loro valore sia esponenziale all’interno della stessa. Stabiliremo un valore diverso per i link presenti nelle pagine a secondo della loro collocazione, blogroll, commento, corpo di testo perché, ammettiamolo, hanno un valore diverso. Eliminiamo automaticamente tutti i link prodotti da network automatici e tutti i link in qualche modo obbligati. Inseriamo un meccanismo di democratizzazione capace di dare vantaggi di visibilità a chi si è appena inserito all’interno della blogosfera.

2. La seconda parte sarà dedicata all’influenza dei blog. Questa potrebbe essere stabilita in base al numero dei feed letti oppure in base alla media dei link ottenuti come risposta ai propri post. L’influenza infatti non è altro che il feedback attivo che un autore può ottenere dalla rete grazie alla pubblicazione di un proprio post.

3. La terza ed ultima parte è invece il vecchio concetto di visibilità. Quanto il mio blog è visto, è famoso, è visitato in rete. Essa potrebbe essere ottenuta grazie alla somma delle visite e delle letture in feed ottenute da ogni singolo post con quelle ottenute da post di altri blog che avevano un link con il nostro primo. Stabilita anche qui un’unità di tempo e fatto un debito calcolo, saremmo in grado di stabilire anche questa terza classifica.

Già avremmo un’idea più chiara e utile a qualche cosa che non sia il vantarsi di essere non so cosa in una classifica che, a conti fatti, non serve davvero a nulla.

Tutto quanto contenuto in questo post ha una migliore versione all’interno del documento sull’affidabilità delle blogosfera che potete trovare nella sezione downloads di questo sito web.

Spero che questo contributo possa portare a riprendere la vecchia discussione e ad avanzare ancora un poco.

7 thoughts on “La pena della classifica”

  1. Pingback: Pandemia
  2. Ho infatti lasciato un contributo di 16 pagine… Purtroppo non ci stava nei commenti, quindi ne ho fatto un post di riassunto ed ho aggiunto il link all’originale.

    Spero che possa condurre a qualcosa di buono

    La concittadinanza è cosa gradita e buona, potremmo organizzare un convegno classificante-scientifico-statistico-bloggico qui dietro casa, così per una volta evitiamo di doverci spostare lontano per discutere dal vivo!

  3. Fermo restando che una classifica non modificherà i gusti e desideri dei lettori se non per l’informazione che ne viene verso certi blog, condivido il tuo punto sulla pena della classifica. Cambio però opinione quando mi trovo davanti la classifica di repubblica dei blog dove trovo il sito di LinesAli nelle prime posizioni sopa i blog che tutti conosciamo, es. Beppe Grillo.

    Nella pagina che indichi del blog di Fullo stiamo cercando di raccogliere alcune idee per formalizzare nei termini il più possibile scientifici la classifica stessa. Non sono in classifica, non mi interessa, ma sono interessato al ranking come statistico e cerco di dare qualcosa. Qualsiasi tuo contributo potrà risultare utile, sicuramente più che sbottare e andarsene in silenzio.

    ps: oltretutto siamo concittadini, quindi solleviamo le sorti del mondo con la nostra bandierina della città 😉

  4. Non trovando il post preciso in cui ne aprlava e spinto dalla fretta ho segnalato solo il blog, poi appena ho tempo rimedio!

    Il problema delle classifiche ha sempre attanagliato internet ed è un qualcosa verso il quale dovremmo impegnarci tutti per cercare una buona soluzione e non continuare a vedere lotte di primedonne e blogstar immotivate.

    A mio parere già l’idea del blog dovrebbe impedire di aggiungervi il termine star di fianco. E siamo qui apposta per studiare il tutto, siamo relativamente nuovi, è vero, ma proprio per questo dobbiamo applicare il massimo rigore scientifico e il massimo dell’impegno. Il resto verrò da sè. Rimando al documento pubblicato a gennaio tuttavia. Lì c’è maggior chiarezza d’intenti.

  5. Non hai citato Mantellini anche lui ha partecipato a ciò che tu definisci lotta tra sordi e che io definisco campagna di informazione.
    Il fenomeno blog è molto studiato da tante persone, è una cosa relativamente nuova rispetto ad altre forme di comunicazione, ma anche chi pubblica i libri difficilmente pubblica queste cose.

    L’esperimento che ho fatto con sir percy dimostra la pochezza della classifica technorati, ma anche la pochezza di persone che lottano per la top100, che badano alla classifica e non ad altro.

    Sottoscrivo, firmo e controfirmo la proposta di classifica tripla.

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