Ecco qua, per tutti gli appassionati del genere, il mio talk del BarCamp Turin un attimo riveduto (in treno ovviamente) e con qualche aggiunta captata durante le discussioni della giornata di ieri
Qui oppure Qui potete scaricare il PDF con le slide proiettate ieri

Per tutti coloro che (s)fortunatamente se lo sono perso ho parlato di Nuove forme di (auto)organizzazione politica, facendo riferimento a quanto avvenuto durante la scorsa primavera con le proteste degli studenti qui in Francia.
In realtà come i presenti hanno potuto vedere era più una scusa per fare qualche riflessione sul ruolo della rete nella società di oggi, e di domani e sul ruolo che essa può avere con i media. Il titolo era in qualche modo un trabocchetto forse? No, semplicemente le due cose sono, ai miei occhi, indissolubilmente legate.
L’idea di fondo è quella che le Alleanze deboli e le Alleanze forti, quindi quelle create grazie alle reti sociali e quelle più tradizionali vanno verso l’ibridazione e la complementarità, pur mantenendo aspetti specifici e fondanti.
Durante un’analisi che ho svolto in questi ultimi mesi ho cercato, all’interno della grande massa di materiale che quelle proteste ci hanno lasciato, qualche indicazione che potesse smentire o confermare questa teoria e, già che c’ero, ho sfruttato la stessa per compiere una breve analisi del metodo di campagna elettorale approntato dall’Ump per Nicolas Sarkozy per le prossime presidenziali francesi. Mi è sembrato che il tutto abbia avuto ieri una buona accoglienza, spero nel giro di poco più di mese di poter presentare il saggio completo, che conta attualmente 37 pagine. Dipenderà più che altro dalla mole di lavoro cui sarò sottoposto.
Per il momento rimando quindi tutti alle slide che ho appena messo in linea e propongo questo come ulteriore momento di riflessione e di discussione dopo la giornata di ieri.
Ripropongo in particolare due domande che mi sono state poste e che, seppur non rientrando all’interno del terreno dell’analisi voglio restino in primo piano.
Mi è stato chiesto in primo luogo qual’è il mio pensiero in rapporto all’ibridazione delle alleanze, ovvero di fronte a quelle alleanze che, nate deboli, si strutturano burocraticamente e si avvicinano a quelle vecchie. Quale delle due anime vincerà? O detto in altre parole: sono pessimista o ottimista?
Qui tiro fuori il più sano realismo, perché solo grazie a quello concentreremo i nostri sforzi sul lato sociale della rete piuttosto che su quello tecnologico, lasciando da parte gigabit e nozioni varie per preoccuparci di come creare cittadini digitali eticamente educati. Solo il controllo attivo da parte della massa degli utenti può infatti preservare la rete e rendermi positivo. Solo la loro mancata educazione, il loro mancato rispetto degli altri, ma in fondo di se stessi, può portarmi al pessimismo. Io dico solo al lavoro e speriamo bene.
Mi è stato inoltre chiesto, in seguito all’analisi della comunicazione politica di Sarkozy quale può essere il metodo di difesa di fronte agli espedienti retorici sempre più elaborati da parte dei politici. Ripeto ancora che l’unica medicina valida deriva dall’arrivare a comprendere questo metalinguaggio, dall’arrivare a decodificare questi giochi di linguaggio nel momento stesso in cui vengono prodotti. Allora, e solo in quel caso, essi sono già falliti. Essendo riconosciuti non riescono ad avere effetto. Cosa dovremmo proporre allora, corsi di retorica politica per i cittadini tenuti da esperti di comunicazione? Potrebbe essere un’idea…

Indubbiamente, e anche qui, il gioco si svolge sul terreno culturale, sul terreno anzi del predominio culturale. Chi riuscirà ad ottenerlo avrà il potere. Proprio per questo è nostro compito produrre più cultura possibile, nei modi che ci sono più naturali e spontanei. Se qualcuno poi fosse interessato a organizzare qualcosa di aperto al pubblico sul tema (anno scorso ho lavorato sulla comunicazione politica di Berlusconi, quella della sinistra italiana no, tanto non ne hanno una ben definita…!), non farei mancare la mia adesione, condizioni permettendo e lasciando fuori il mondo della politica che sino a prova contraria l’educazione non dovrebbe schierarsi né di qua né di là.
Insomma, ne approfitto per rilanciare un poco il tema e per ringraziare coloro che ieri hanno perso un po’ del loro prezioso tempo ad ascoltarmi.

Ah, nota di servizio…
Per tutti coloro che salissero a Parigi per “Le web 3” aggiungo che si facciano sentire, si organizzi qualcosa non so. La città è grande e io non dovrei partecipare al convegno salve invenzioni dell’ultima ora. Ma c’è sempre il resto della giornata, la conversazione non si ferma e di café la città ne è piena!

Aggiornamento 21.OO

Attualmente la connessione wifi che sto utilizzando non mi permette di utilizzare l’ftp per caricare sul sito il pdf delle slide, rimediero domani mattina, potrete trovarle seguendo sempre il link messo poco sopra. Scusate il disagio…

Aggiornamento 21.30

Ho messo le slide anche su Slideshare, aggiungendo sopra il relativo link, potete da ora trovarle anche li.

4 thoughts on “BarCamp Turin, arrivano le slide”

  1. Non crucciatevi per la fortuna che avete avuto e temete piuttosto coloro che vogliono mettere un eventuale video in rete. Spero il loro piano diabolico fallisca. Poi noi teniamoci in contatto e vedrete che se proprio ci tenete a soffrire, un’occasione ricapiterà di certo.

    E’ stato un piacere conoscervi intanto…

  2. ciao Simone
    anch’io non ho potuto seguire il tuo intervento (probabilmente ero di ritorno con Antonio…) e mi dispiace molto. sono certa che leggere le slide senza il tuo commento non è la stessa cosa.
    e siccome “semiologo una volta, semiologo per sempre”, sono proprio contenta di averti conosciuto.
    a presto, spero
    giuliana

  3. MI spiace non averti sentito, ma non riscordo se ero a discutere nella saletta, o ero già per strada verso Milano.

    MI ha faoo molto piacere conoscerti e spero ci si tenga in contatto..

    Buona fortuna; sei in gamba.

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