Non ricordo di aver ancora reso disponibile il mio articolo di divulgazione sul fenomeno del Barcamp.

E’ uscito a gennaio per la rivista Heos, cercando di portare l’idea della sconferenza all’interno del mondo accademico per quanto mi era possibile in quel momento. Essendo la rivista a pagamento e rinchiusa dietro muri digitali ho deciso (quando mi sono ricordato di averlo scritto!) di renderlo disponibile anche qui per darne conoscenza ad un possibile maggior numero di persone.

Ecco qui quanto detto dunque la prima settimana dello scorso gennaio:

Quando la rete scopri il quarto d’ora accademico

Il mondo di internet è in costante evoluzione, sempre alla ricerca di nuove idee e allo stesso tempo capace di dare nuova linfa vitale ad alcuni spazi normalmente trascurati nella nostra vita quotidiana.
Il BarCamp è proprio questo, un’apologia del quarto d’ora accademico, una pausa caffé tra addetti ai lavori sviluppata al suo limite massimo.
Per chi non conoscesse ancora il termine BarCamp, esso rappresenta un sostantivo comune che designa un format di conferenze auto-organizzate (unconferences in inglese) e aperte al pubblico in cui sono gli stessi partecipanti a fornire i contenuti di discussione.
I BarCamp si organizzano direttamente in rete, grazie all’apporto di tutti i partecipanti che suggeriscono idee, propongono discussioni e forniscono sponsor mantenendo continuamente il contatto con tutti gli altri grazie alle continue modifiche di una pagina pubblica e liberamente modificabile, un wiki.
Leggenda vuole che il format del BarCamp sia nato circa due anni fa in California, quando durante una pausa di una conferenza sulla tecnologia, alcuni partecipanti si resero conto che la discussione improvvisata davanti al caffé era molto più interessante degli interventi in scaletta.
Al riprendere della conferenza, preferirono appartarsi in una saletta laterale per continuare la loro discussione informale; per gestire la parola decisero che avrebbero attaccato dei post-it gialli al muro. Alcuni cominciarono anche a scrivere sul proprio blog improvvisando una diretta e ricevendo da parte dei lettori commenti e stimoli da presentare in sala. Il BarCamp era nato.
Approdato oramai in più di quaranta diverse città del mondo il BarCamp non ha cambiato spirito; esso consiste in una serie di sessioni di discussione inserite dagli stessi partecipanti grazie a post-it all’interno della griglia temporale e delle sale disponibili. Le discussioni devono sempre essere multiple in maniera da poter permettere a chiunque di costruire il proprio convegno, seguendo solo i propri interessi, e tutti i partecipanti sono incoraggiati ad intervenire.
Di norma, infatti, non c’è un palco a separare relatore e ascoltatori e a tutti è chiesto di condividere informazioni ed esperienza dell’evento in ogni modo possibile, pubblicando commenti, riflessioni, foto e quant’altro, cercando di coinvolgere anche coloro che non possono essere direttamente presenti in sala.
Anche se questo format ha una diretta ascendenza tecnologica, non esiste in realtà un limite agli interventi che non derivi direttamente dall’interesse che la discussione è in grado di avere sui partecipanti.
Proprio per questo motivo, il format elaborato in rete è un ottimo modello precostituito d’incontro che rifugga dal classico impedimento burocratico del convegno universitario o aziendale, con gli esperti da un lato e gli spettatori dall’altro e il bisogno, inevitabile, di stabilire programmi e interventi a distanza di mesi.
Tutti noi che abbiamo conoscenza di questi eventi, sappiamo che la stragrande maggioranza delle idee messe in circolo giungono durante le pause, nei dibattiti o nei discorsi collaterali il convegno, ma sappiamo anche che, normalmente, essi sono gli spazi più sacrificati.
Un’organizzazione un po’ più fluida, capace di estendere gli interstizi di discussione, davvero potrebbe essere molto utile al fine di far maggiormente circolare le idee; motivazione che resta base fondante del bisogno stesso di ritrovarsi.
In Italia il BarCamp è già approdato a Milano alla fine dello scorso mese d’ottobre, in seguito a Torino ai primi dello scorso dicembre e potrete ancora trovare in rete commenti, esperienze, presentazioni e video di molti degli interventi. Il prossimo appuntamento sarà a Roma, il 20 gennaio prossimo. Potete trovare tutte le informazioni sulla pagina ufficiale della non-conferenza su http://Barcamp.org/RomeCamp

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