Mi sono preso il week end libero dopo aver consegnato quattro lavori in università settimana scorsa (in realtà è ancora questa di settimana, ma sembra davvero chiusa) e di conseguenza, venerdì sera, dopo aver preso uno dei peggiori acquazzoni che io possa ricordare sono stato a casa di un’amica a mangiare per poi andare ad un aperitivo norvegese (iniziava alle dieci di sera, bah!) dove ho trovato un mio concittadino emigrato temporaneamente lui pure in quel di Paris.

L’improbabilità (che preferisco alla serendipità come termine) regna sovrana. Resta che anche la padrona di casa era estremamente simpatica, oltre che norvegese.

Per la cronaca l’essere norvegese significa non poco per l’autore di questo blog, per tutta una serie di motivi ormai atavici.

Risultato: sono tornato a casa alle quattro e mezzo dopo averla riaccompagnata a casa dato che eravamo pure andati a bere qualcosa tutti insieme in quel di Montmartre.

Iermattina poi miniconferenza. Postpranzo siamo andati al mercatino delle pulci di Saint Ouen e dopo aver vagato un po’ per vestiti (una polo di Fred Perry usata a 35 euro non vi sembra eccessivo? Era gialla…ci sto ancora pensando) abbiamo deciso di ripiegare sull’antiquariato, pur sapendo che non avremmo mai potuto permetterci nulla.

Sempre dentro il mercato ci siamo fermati al bar a prendere qualcosa non avendo mangiato a pranzo.

Dieci euro tondi per una tarte tatin chantilly e un succo di frutta.

O forse semplicemente per l’illusione di belle époque o non so che altro, ma meritava senza dubbio.

Finiti poi sugli Champs alla ricerca di un dvd ho miracolosamente trovato alla Virgin una copia di quell’Ep americano dei Radiohead che cercavo da nove anni, miracolo massimo!

Per finire siamo passati a mangiare da me, nella mia minuscola stanzetta adibita ad abitazione, attraversando il parc Monceau sotto una convintissima atmosfera novembrina e, proprio mentre si passava a lato del lago, ha cominciato a piovigginare.

Estremamente romantico potrei dire.

Siccome si stava parlando dell’analfabetismo sentimentale che attanaglia i giovani d’oggi (su cui Manuel Agnelli avrebbe semplicemente scatarrato su) è anche uscito il meglio commento della giornata, costituito da un evidente romanticherrimo “ma io dico, se io portassi qualcuno qui e ci provassi, come farebbe uno a non starci? Dico, con questo tempo, con il lago e tutto, io me la darei subito, senza alcuna esitazione”.

Niente da dire, da segnare sul calendario il tutto.

Ecco, narrata la giornata di ieri per riprendere un attimo contatto con il resto del mondo digitale comunico che ora dovrei avere una migliore presenza dato che l’anno accademico volge ormai al termine ufficiale delle lezioni. Ho giusto giusto tre argomenti nel cassetto che saranno presto presentanti in maniera abbastanza complessa:

  • Il ruolo degli esperti e la rete
  • La terribile contemporaneità della filosofia Kierkegaard
  • Il ruolo dell’autore nella società digitale delle arti

State quindi pronti a recepire e a commentare miei prodi. A presto!!!

2 thoughts on “Quasi giugno, riprendiamo a vivere?”

  1. Addirittura rosicante? Acciderbolina!

    Adesso piano piano, con calma, passando da un momento superpieno a uno semplicemente pieno comincio a pubblicare un po’ di cose che ho accumulato e via dicendo.

    Ma le vacanze dico, quelle dove stanno? Qualcuno che me le offra? (soldi e tempo, forse più i soldi che il tempo!!!)

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.