Ai miei cinque lettori, a qualche ora da Natale.

Molto lavoro da fare, evidentemente, se termino ora e mi sento libero di prendermi qualche decina di ore si totale vacanza. Dai pensieri come da me stesso, e dalle ricerche assidue, di ogni giorno (eh no, non sono semplicemente quelle dell’unversità).

Lascio quindi solo qualche riga, per ripetere, ancora se ce ne fosse bisogno, l’importanza di una riflessione sulla vicinanza. Su cosa per voi possa significare questa parola o forse, più semplicemente, su quale nome, su quali occhi possano significare per voi questa parola. Per riflettere su come in fondo il gioco sia sempre a guadagnare; su come ci sia sempre bisogno di costruire qualcosa per poterlo poi perdere. E nulla di dato a priori.

E siete questa costruzione voi, siamo noi questa costruzione; mai destinati a guardare il guadagno e la perdita da fuori.

Vi mando allora i miei migliori auguri, tramite queste poche righe e tramite tutte quelle che sono state e che seguiranno.

Cos’abbiamo se non i nostri giorni da darci? Le parole fanno parte di questo.

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