Pubblicato da poco il nuovo stato della blogosfera di Dave Sifry, creatore e amministratore di Technorati. Come già fatto ad aprile, parte I e II, proviamo a proporre la nostra lettura di questi dati. Oltre a noi ne hanno parlato: skytg24″reporter diffuso”, Marco Faré e Pandemia.

  • La blogosfera cresce più lentamente. Si è passati ad una crescita minore, dai 5.5 mesi necessari al raddoppio degli utenti segnalati su technorati si è passati ora a 6.5 mesi. Considerando il lasso di tempo molto breve trascorso tra le due analisi e il numero di blog raggiunto (50 milioni), si potrebbe pensare ad un rallentamento congiunturale che porti verso un assetto più maturo della blogosfera. Per poter confortare questa ipotesi si dovrà tuttavia attendere il report di ottobre 2006
  • Lo spam resta un problema molto grosso. L’8% dei blog registrati è fasullo, Era il nove qualche mese fa, ma credo non ci sia in realtà una differenza degna di nota. D’altro canto se tre mesi fa il 60% dei ping ricevuti erano spamming, questa cifra sale oggi al 70% aumentando i problemi di gestione. Lo spam sta quindi aumentando in virulenza senza che siano state apprestate delle valide contromisure.
  • La media giornaliera dei post ha raggiunto 1,6 milioni. Erano 1,2 milioni tre mesi fa a fronte della metà dei blog esistenti oggi. Questo significa che oggi un blog posta in media quasi il 30% in meno rispetto a tre mesi fa. Come spiegare questa nettissima diminuzione? Possiamo sostenere un aumento dei blog fasulli dediti allo spam oppure un notevole aumento dei blog segnalati e non più aggiornati. Questo porterebbe ad una visione meno positiva della blogosfera che aumenta sì di dimensione, ma peggiora in salute. C’è anche la possibilità che una sensibile parte della differenza sia dovuta ai sempre maggiori malfunzionamenti di Technorati che non aggiorna intere piattaforma (Splinder in Italia, ad esempio) e un grande numero di blog (tra cui il mio!). Questo dato tuttavia fa riflettere anche se manca il vero termine di paragone non avendo questa volta Sifry pubblicato il numero dei blog considerati attivi, ovvero con almeno un post nelle ultime tre settimane.
  • Si reitera l’incomprensione di Sifry nel confronto tra media tradizionali e blog. Di fronte all’aumento di questi ultimi nelle classifiche destinate a contare i link Sifry legge ancora un aumento dell’influenza dei blog rispetto ai media tradizionali. In questo caso ripeto ancora come “Si continua tuttavia a non considerare come il sito web tradizionale non abbia la stessa politica di linking che è tipica del blog. Un sito tradizionale infatti cerca di mantenere il traffico all’interno delle proprie pagine e, soprattutto nel campo economico e commerciale dei media online, si tende a ridurre al minimo i collegamenti con l’esterno, soprattutto verso i propri concorrenti. Essendo infatti importante il fattore economico si deve presentare la notizia come una produzione interna, capace di giustificare l’attenzione e la spesa dell’utente, senza fornire pretesti a quest’ultimo per giungere ad un nuovo approdo, ad un sito concorrente. Tuttavia questo punto mi pare sempre ignorato all’interno delle presentazioni sullo stato del fenomeno dei blog. Essi hanno una struttura diversa rispetto ai siti web tradizionali, confrontarli sullo stesso piano non serve se non a dare notizie oltremodo positive magari, ma forse non così veritiere”.
  •  La blogosfera italiana continua a rappresentare tra il 2 e il 3% di quella mondiale, mentre le corrispettive Francese e Coreana continuano ad essere pesantemente sottostimate

Da tutto ciò si leggono dunque alcuni dubbi e poche certezze:

  1. La blogosfera cresce di dimensione anche se rallenta, non sappiamo invece molto sul suo stato di salute e il numero dei post pubblicati ci lascia molti dubbi
  2. Lo spam rischia sempre più di soffocare tutto quanto
  3. I media non capiscono il fenomeno del blog e i blogger non capiscono i media
  4. Cominciamo a renderci conto di quanto sia piccolo il nostro giardino di casa. Il 2% che rappresentiamo è destinato in futuro a ridursi a percentuali ancora minori

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