Essere rivoluzionari oggi significa non essere oppressi dal desiderio di avere, di possedere, di accumulare ogni nuovo prodotto che viene messo in commercio. (Bauman in questo caso ha pienamente ragione)

Essere rivoluzionari oggi significa gratificarsi del sapere i propri desideri come non totalmente realizzabili.

Essere rivoluzionari oggi non costa nulla, si fabbrica solo nelle migliori scuole di pensiero e consiste semplicemente in una rinuncia personale.

Non è mai stato cosi facile prendere la Bastiglia. Eppure non siamo mai stati cosi lontani dal farlo… La rinuncia al troppo vale anche per l’informazione sia chiaro, internet e i nuovi media sono anch’essi una tremenda causa di rumore che occorre decimare, le troppe informazioni, l’abbondanza di materiale non credo siano un qualcosa di positivo a priori. La bulimia di informazione anch’essa non è altro che un risvolto di questa società insoddisfatta e nichilista.

Sorprendente (neppure troppo) come in questi giorni non riesca a trovare un momento per mettermi a scrivere qualcosa, sepolto tra impegni di svariata natura, tra troppe ore di lezione e tra alcune splendide giornate di sole. Oggi sono stato ad una conferenza di Jacques Fontanille, ad una giornata di colloqui all’école normale e ho passato la pausa pranzo a leggere al parco del Lussemburgo. Ieri ho buttato giù una improbabile discussione sul nichilismo partendo come avevo detto la settimana scorsa da quanto detto da Lovink sui blog, se riesco ve la posto domani.

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