Update 19.23: Il riassunto è ora disponibile qui in formato pdf. Potete stamparlo e leggerlo quando vorrete. Ringrazio intanto Francesco che riassumerà una seconda parte del programma: “fuori dalla crisi per una nuova crescita”. Gli altri sono ancora tutti in attesa. Se qualcuno avesse voglia e tempo è il benvenuto.
Ecco qua.
La parte del programma dell’Unione su università e ricerca per le prossime elezioni è stata ridotta a circa un decimo della sua dimensione originaria. Ho cercato di mantenerne, per quanto possibile, spirito e contenuti. Ovviamente se qualcosa non vi torna potete sempre controllare sull’originale. Ogni errore, dal più profondo e filosofico dei contenuti alla più bassa forma grammaticale, me lo accollo io.
Spero sia più leggibile e schematico di prima, spero non si sia perso il senso di quanto scritto.
Lo metto a confronto con il programma sullo stesso tema della Casa delle Libertà. Ognuno di voi può trarne le conclusioni che ritiene più opportuno. Io posterò le mie appena avrò un briciolo in più di tempo.
Ogni commento, consiglio, suggerimento o modifica, sono sempre bene accetti.
Università e ricerca 2006-2011, il programma dell’Unione
- Aumentare e qualificare decisamente la spesa per l’università e per la ricerca adeguando le infrastrutture alle esigenze della ricerca stessa
- Dare spazio ai giovani nell’università e nella ricerca con stabilità e libertà invece che penare in posizioni incerte e subalterne
- Valutare e promuovere il talento negli studi, nella ricerca, nelle carriere superando consuetudini sociali negative
- Sostenere l’innovazione istituzionale del sistema
- Stimolare l’interazione pubblico/privato attraverso strutture di ricerca legate alle imprese
Didattica universitaria:
- Bilancio critico della riforma didattica per un processo di autocorrezione dove emergono problemi e criticità
- La laurea di primo livello deve garantire una buona occupabilità pur tenendo presente che per le competenze professionali più specialistiche si deve ricorrere ai titoli di secondo livello, compresi i master.
- Migliorare l’articolazione dei due cicli anche rinunciando a rigide scansioni temporali a favore di forme più flessibili
- Stabilire un numero minimo di docenti stabili per ciascun corso di studi
- Rilanciare il dottorato di ricerca come terzo ciclo della formazione superiore, valutandone i requisiti minimi di qualità ed incentivando l’impiegabilità, anche con incentivi fiscali per i datori di lavoro, dei dottori di ricerca
Diritto allo studio:
- Consultazione generale di tutti gli studenti e le studentesse delle università, una conferenza nazionale sulla condizione studentesca da cui ripartire per un “patto” con gli studenti,
- Le borse di studio dovranno essere garantite a tutti coloro che ne hanno diritto adeguando i finanziamenti; creazione di un sistema nazionale di borse di studio per rendere uniformi le possibilità
- Uniformità nazionale dei servizi minimi erogati dalle università
- Incentivare la mobilità studentesca nazionale e internazionale
Reclutamento e carriera di docenti e ricercatori:
- Garantire un costante flusso d’immissione nelle università e negli enti di ricerca di giovani qualificati, varando immediatamente un piano pluriennale d’assunzioni a tempo indeterminato, definendo modalità di selezione rigorosamente basate sui meriti scientifici
- Trasformare il ruolo degli attuali ricercatori universitari in “terza fascia” docente;
- Garantire le necessarie coperture previdenziali ed assistenziali ai titolari di contratti post-dottorato o di forme diverse di contratti a tempo determinato presso università ed enti di ricerca;
- Garantire standard internazionali di merito e di trasparenza dei processi selettivi
Sul piano degli investimenti necessari al sistema università – enti di ricerca – ricerca industriale, occorre varare un piano d’incremento, che comprenda ANCHE le risorse umane, e che permetta di raggiungere, entro la fine della legislatura, l’attuale media europea, pari al 2% del PIL.
Università e ricerca 2006-2001, il programma della Casa delle libertà
- Libera trasformabilità delle Università in Fondazioni, in modo da aprire le università italiane ai contributi della società civile, al mercato, all’estero.
- Incremento degli investimenti pubblici in ricerca pubblica e privata.
- Importazione tale e quale dalla Francia in Italia dei 4 “fondi di fondi” per finanziare gli investimenti in ricerca.
- Raddoppio della detassazione degli utili se reinvestiti in ricerca ed innovazione tecnologica.