Aggiungo, a freddo, qualcosa in più rispetto a quanto detto ieri sera.

Sono per elezioni anticipate a primavera, accorpandole a quelle amministrative di maggio. E sono per votare Forza Italia. I sondaggi danno la Cdl in vantaggio di 10 o 12 punti percentuali? Facciamo in modo che questo vantaggio salga a 15 punti.

Al nostro paese servono altri 10 o 15 anni di Berlusconismo, anche se non sarà più lui il presidente del consiglio. Serve il tempo necessario a sradicare ogni speranza, a distruggere quell’idealismo di facciata che diverte tanto una parte della nostra sinistra. Passato questo tempo le ipotesi sono due, da un lato del paese non rimane nulla e allora neppure bisogno di preoccuparsi, dall’altro ci si troverà invece in una situazione realmente disastrata e ripartire dalla tabula rasa sarà molto più comodo che farlo ora.

Purtroppo l’ideologia, soprattutto se di facciata come quella delle nostre pseudosinistre, mal si concilia con il governo di un paese e in generale con la realtà. Un voto contrario all’unica politica estera preventivabile per il bene degli afghani, per la pace nel mondo ha senso solo se esso resta la sola, unica alternativa. In caso contrario questo voto significa dare ragione alla parte avversa, e quindi sostenere attivamente la propagazione della guerra stessa. Chiunque potrebbe capire questo ragionamento logico di base.

Una grossa componente dell’attuale presupposta maggioranza non è in grado di prendersi le proprie responsabilità, ma ritiene plausibile manifestarsi contro in piazza salvo poi scappare in parlamento per legiferare all’opposto. Le due attività mal si conciliano tra loro.

Quindi invito tutti quanti a chiedere nuove elezioni e a decimare la rappresentatività dei detti partiti, a cancellarli se possibile. Votando Forza Italia. Solo loro hanno infatti l’incultura tale da permettere la disgregazione anche di queste ultime copie sbiadite di una fu (inattuabile) ideologia.

Mi oppongo, di conseguenza, all’ipotesi di un Prodi bis, semplicemente perché non cambierebbero le cose e dovrei sul serio cominciare a considerare la possibilità di cambiar cittadinanza (mi bastano solo tre anni di attesa!). Intanto, ogni volta che qui all’estero si legherà il mio nome al ridicolo che provoca la nostra immagine italiana, sapro che è giusto, che ho votato anche io quel ridicolo, nella speranza che assuma dimensioni tali da debordare in ogni angolo del paese, fino a soffocarsi da solo.

In alternativa, se mi fornite un buon numero di militari della legione straniera, marcio anche io su Roma e mi preoccupo personalmente di fare un po’ di pulizia, giusto il tempo necessario a far passare quel centinaio di leggi che servirebbero a dare una bella svegliata alla penisola. Non temete, poi non resto a fare il dittatore, io ho gli esami a giugno, e un sacco di cose più interessanti da fare che perdere tempo in questo modo!

2 thoughts on “Alle urne”

  1. Vedi Giuliana, innanzitutto il mio discorso va letto in chiave geografica.

    Intendo dire che lo faccio da espatriato e se ho questa condizione, se sono arrivato qui, mi ci hanno spinto tutta una serie di motivi, tra cui l’esasperazione che un moderato massimalista come me ha raggiunto a vivere l’esperienza politica italiana.

    Proprio per questo non si puo leggere il discorso eludendo questa chiave di lettura, una riforma moratti o una riforma del lavoro non mi toccano (al momento attuale) che in chiave teorica, ovvero in quanto giudizio personale sui loro contenuti.

    Un mio eventuale figlio non dovrebbe sorbirsela e potrei disperarmi senza averne le conseguenze sulla pelle (questo non toglie che mi dispererei nello stesso identico modo che se subissi personalmente).

    Detto questo subentra la lugubre ironia dei 15 anni berlusconiani a venire, sarei davvero disposto ad accettarli? Mi basterebbe cambiare nazionalità?

    Non so, credo mi darei piuttosto alla politica negli USA per invadere l’Italia e cambiare governo, ma questa è un’altra storia…

    Per il governo invece…

    Sicuramente Prodi ha cercato di sfruttare l’occasione per compattare la propria maggioranza, concentrandosi solo su qualche punto, cambiando il programma, in breve, per blindarsi.

    Ma questo puo davvero succedere? E quale ne è il prezzo?

    Ci sono cose previste dal programma elettorale che saranno escluse e passato il momento del clamore torneranno le primedonne a cercare di farsi vedere, come sempre.

    Io avrei posto una sola condizione, solo i ministri competenti possono parlare dei rispettivi argomenti (dopo il consiglio dei ministri) e solo il premier parla a nome del governo e dei partiti che lo supportano.

    Tutti gli altri tacciono e fanno le primedonne solamente durante le discussioni ed in virtù del loro ruolo. Si sarebbe salvato il programma, trasferendo all’interno le discussioni che fanno apparire divisi.

    Tanto questa sinistra non saprà blindarsi, con una maggioranza di due senatori, ogni singolo voto è fondamentale e questo conferisce un potere tale da renderlo gestibile solo da persone sopra la media. E non ne vedo tante cosi mature…

    Saro pessimista, ma rivedremo questo giorno tra non troppo tempo. Una crisi del genere cambierebbe l’agire solo di persone consapevoli, mature e disinteressate.

    Per le altre servirebbero almeno quei 15 anni purtroppo.

    Realisticamente parlando.

  2. Simone, io ti stimo molto e ti voglio bene, e credo che il tuo ragionamento non faccia un plissè, da un punto di vista strettamente teorico. però c’è l’altra faccia della medaglia, ed è quella per la quale, nonostante tutto, alla politica ci si affeziona: l’influenza della politica nelle nostre vite, quelle quotidiane. una politica del lavoro come quella di berlusconi & Co, o una politica della scuola, della sanità, della ricerca e chi più ne ha più ne metta, sono cose che hanno un’influenza diretta e pesantissima sulla nostra esistenza. sapere che mio figlio andrà a scuola con la riforma moratti per me è un problema. sapere che dovrò avere per forza un’assicurazione sanitaria (per inciso, ce l’ho, ma questo non rileva ai fini del ragionamento) per me è un problema. e così via.
    piuttosto mi chiedo se far cadere il governo non sia stata un’operazione studiata a tavolino proprio da prodi o da chi per lui, per uscire dall’impasse della maggioranza risicata e degli alleati-bombe-a-orologeria. oggi prodi si può permettere di fare un governo bis blindato. e forse, per una volta, più che essere il minore dei mali potrebbe essere una cosa positiva. non so, ci sto riflettendo 🙂

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