Ecco, ci sono di quei momenti in cui sono contento. Momenti in cui quando mi sveglio per andare in università a lasciare un piccolo saggio noiosissimo leggo le notizie della mattina e trovo che insomma, sembra che ci sia una certa solidità morale in fondo al paese natio. Aspetto naturalmente il seguito della giornata per vedere se si riescono a fare i classici dodici passi indietro dopo l’accenno di quello avanti, ma fa piacere comunque.

In questi ultimi giorni rimarco in primis quella lenzuolata di piccole, stupide, liberalizzazioni, che servono a poco, verissimo, ma potrebbero servire a buttare la questione sul tavolo. E apprezzo. (Lo dico per evitare il silenzio assenso, a volte anche l’accordo va manifestato a lettere chiare)

Altro grande piacere é la lettera di Veronica Lario a La Repubblica. “Mio marito….” dice. Ed ha ragione. Bella presa di posizione in quanto moglie e in quanto madre. Contando il pulpito da cui viene la predica e il fatto che ho sempre considerato più dannosa la mentalità del marito che le azioni da questo compiuto non nascondo un profondo moto di affetto e condivisione con questi pensieri.

Occorre liberarsi da un certo tipo di mentalità vecchia per svecchiare il paese, prima ancora che facendo ricorso alle liberalizzazioni. E questo atto ha un valore simbolico molto, molto elevato.

Questo non toglie come tutte le donne, o in generale tutti coloro che si sentono i piedi messi in testa dalla filosofia egoistegocentrica del “ghe pensi mi” e del self made man all’italiana (ignorante e arricchito dunque) dovrebbero scrivere la loro lettera e combattere questa situazione con l’arma della parola e della ribrobazione pubblica. Giusto per riprendere l’abitudine a indignarci un poco per qualcuno di quei comportamenti quotidiani inaccettabili da sempre buttati giù senza parlare.

Tanto di cappello Veronica, non è che magari potresti proprio sostituire il maritino anche in pubblico? Capisco che poi siano i figli a dover affrontare la difficoltà, ma possiamo curarteli noi, tutti insieme, se non li vuoi lasciare soli con lui. L’appoggio non ti mancherebbe, pensaci eh

Grazie…

7 thoughts on “Una (bella) storia italiana”

  1. Non saprei, se doveva essere una dimostrazione teatrale di presunti valori legati al matrimonio, mi sa che è riuscita abbastanza male. Mi è sembrato più sorpreso che altro il maritino, abbastanza in scacco a dirla tutta, salvo poi uscirne in quel modo cosi…non saprei, LoveBoat rende l’idea?!

    Quindi mi sembra solo che sia uscito il tutto in un momento che coincideva abbastanza con la discussione sui pacs, e non sarei troppo stupito che se il caos continuasse ancora un po’, la stessa vicenda parlamentare possa giovarne. Per una volta si potrebbe fare una cosa buona, a media volti un attimino verso qualcosa di più gossipparo.

    Molto beckettianament, vedremo…

  2. la cosa che mi fa pensare è proprio questa:
    1) mentre questo dramma familiare ha luogo, si discute sui pacs. l’opinione pubblica è divisa, e quindi cosa c’è di meglio che dare una dimostrazione un po’ teatrale di cosa sino i valori della famiglia (e del matrimonio)?
    2) la sua lettera è veramente patetica. non so se l’abbia scritta lui, ma insomma è una cosa che scalda il cuore, vedere quest’uomo umiliarsi davanti alla sposa con tutta la nazione a fare da testimone. tre giorni dopo che sua mamma ha dichiarato di dire tre rosari al giorno per lui.
    conclusione, secondo me è stato un modo per riportare i riflettori su di lui e dare una dimostrazione pratica di quanto i pacs siano pericolosi. ma mi piacerebbe essere smentita, veronicona è stata grande!

  3. Ah, ecco, mi ero scordato di dire una cosa fondamentale…

    Neanche la lettera di scuse ha funzionato, secondo me, permettimi di usare, davvero, il termine “patetica”.

    Una roba del genere non la trovi neppure nella peggiore telenovela sudamericana, talmente smielosa da sembrare una presa in giro dopo il comportamento che tutti hanno sempre visto in pubblico (quella da imprenditorucolo che tocca il culo alle operaie russe durante la visita di stato per intenderci). Non so chi l’abbia scritta, temo proprio lui, ma di sicuro non tasta il polso di oggi.

    Fa finto e basta una lettera di quel tipo, a parte forse nelle anzianotte romanticotelevisive… (che poi forse sono tante, ma penso poco produttive!)

  4. Beh, non saprei dirti, mi rimane un dubbio grande come una casa se penso che tutto fosse preparato. Preparato per cosa?

    Per fare parlare di nuovo di… Per attirare l’attenzione e distrarla dalle liberalizzazioni?

    Pero si potrebbe anche dire preparato contro di lui, per non far notare troppo quanto è passato ieri sulle coppie di fatto. Se consideriamo anche che, negli ultimi giorni isso le aveva sparate grosse sulla solidità familiare e sui valori “di una volta”, di certo non potrà risultare troppo gradita questa lettera e quello che ne consegue, in certi ambienti.

    Non ho quindi abbastanza elementi per sbilanciarmi.

    Quello che a me è parso evidente è la crisi tra due tipologie di valori, quella del marito e dell’italia in cui sono nato e quella della moglie, dell’Italia di prima, e spero di quella di dopo.
    Ma su questo poi mi dilettero a scrivere maggiormente, con più calma…

  5. già, proprio bella, la commentavo anch’io ieri nel mio blog. poi però mi sono venuti i dubbi, perchè “a pensar male si fa peccato ma non si sbaglia”, come diceva Andreotti.
    il fatto è che questa notizia ha fatto il giro del mondo, tutti si sono schierati, con lui con lei con le altre, e il risultato è stato quello di riportare i riflettori sul cavaliere.
    era tutto studiato? io comincio a pensare di sì.
    saluti
    giuliana

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