Non so nascondere la mia preoccupazione alla lettura delle ultime novità che riguardano il caso delle vignette satiriche su Maometto pubblicate lo scorso settembre da due giornali scandinavi. In breve mi restano alla mente:
- L’ambasciata danese saccheggiata in Indonesia
- Le bandiere di Danimarca e Norvegia date alle fiamme
- Il centro culturale francese attaccato in Palestina
- La richiesta dell’Iran di una immediata riunione della conferenza islamica per prendere non meglio precisate (contromisure)
- Le minacce di attentati contro i due paesi di cui sopra
- La richiesta di condanna a morte per i disegnatori delle vignette
Non voglio neppure andare oltre.
Questa situazione è davvero oltre ogni limite, complimenti a tutti coloro che stanno zitti in questi giorni e che permettono che l’Islam o meglio, la sua immagine, sia in mano a coloro che non sanno viverla. Complimenti a tutti coloro che non sognano altro che una nuova e santa guerra religiosa.
Qui davvero avremmo bisogno di una mobilitazione generale a difesa di noi stessi, al di là della religione e del paese in cui siamo nati. Anche alla più grave delle offese, rispondere con la morte e la violenza non è umano e fa il gioco della violenza stessa che se ne rigenera come una fenice. Così facendo anche i più moderati saranno costretti ad estremizzarsi col tempo e ci ritroveremo tra due schieramenti di fanatismo. Where the hell we’re going?
Dove diavolo stiamo andando?
Tanto di cappello al governo danese che, non sentendosi tirato in causa poichè la sua legislazione prevede una assoluta libertà di stampa, non chiede pubbliche scuse per qualcosa che non ha commesso e ritira gli ambasciatori.
Rivorrei davvero Voltaire e lo spirito di Candide.
Non sapendo davvero più dove stiamo andando ogni scusa è buona per cercare di farci del male.
Riflettere e reagire. Per come possiamo, per i mezzi che ognuno di noi può avere.